L’agghiacciante bruttezza della chiesa di Arka Pana, eretta a Nowa Huta (Cracovia) nel 1977 e voluta dall’allora pseudoarcivescovo Wojtyla
“Chiesa” (birreria?) di Arka Pana, a Nowa Huta, Cracovia, in Polonia. Oltre all’orripilante edificio in sé che, come direbbe il comico Natalino Balasso, polesano nativo di Porto Tolle (Ro), “sembra progettato durante un droga party degli anni ‘70”, colpisce la prospettiva antropocentrica e immanentistica del tempio, dove Cristo non abita più i cieli, ma il cosmo (trasparente allusione al Cristo cosmico di Teilhard de Chardin). Il frammento di pietra lunare posto nel “tabernacolo” è indicativo. Inoltre è un memoriale del nazionalismo polacco, come dimostrano i pezzi di obice, qui conservati, della battaglia di Montecassino, nella quale il contingente polacco diede il suo valido contributo alla distruzione della millenaria Abbazia benedettina, insieme ai loro alleati yankees. Mente i cattivissimi tedeschi ponevano in salvo i preziosissimi codici, conservati nel Monastero. Insomma, qui c’è tutto “San” Wojtyla. Poiché la bellezza è riflesso della verità di Dio, come dimostra il creato, può un personaggio così, con tendenze estetiche del genere, a prescindere da tutti gli altri sfasci dottrinali e liturgici che ha combinato, essere santo? Le sottostanti note, involontariamente comiche, sono desunte da una guida turistica che, incredibilmente, riesce a magnificare la bellezza della “chiesa” di Arka Pana. Le foto sottostanti ci paiono più eloquenti delle parole. Facciamo appello al giudizio del lettore imparziale, che non abbia ancora conferito il cervello all’ammasso relativista vaticanosecondista e moderno. M.G.R.
“La chiesa della Madre dì Dio Regina della Polonia, detta anche Arka Pana, «Arca del Signore», è la prima chiesa sorta nella «città-modello del socialismo» [di Nowa Huta, sorta dal nulla nel 1949 attorno alle acciaierie, a 10 chilometri da Cracovia] in cui non era stato programmato, deliberatamente, alcun edificio sacro. […] Solo nel 1967 la polizia permise la posa della prima pietra, proveniente dal sepolcro di San Pietro, all'allora Cardinale Karol Wojtyla. Il magnifico, grande edificio consacrato nel 1977 -le cui linee astratte simboleggianti una nave si ispirano al Le Corbusier di Notre-Dame-du-Haut a Ronchamp -è opera di Wojciech Pietrzyk e si compone di tre chiese sovrapposte ornate con opere d'arte donate da tutto il mondo, fra cui si segnala la statua della Madonna, creata assemblando pezzi di obice del campo di battaglia di Montecassino [dove combatté la legione polacca, alleata degli angloamericani che rasero al suolo il monastero, n.d.r.]. L'altare è un blocco di marmo di Carrara grezzo, sotto cui sono le reliquie di San Stanislao, provenienti dalla Cattedrale del Wawel; dietro è il tabernacolo su cui è montata una pietra lunare, dono di Papa Paolo VI, simboleggiante il cosmo quale dimora di Dio. Contro la parete sinistra un drammatico Crocifisso di 8 metri, opera di Bronislaw Chromy. All'esterno, ove a una trave sono appese sette campane dono dell'Olanda, domina, come un albero maestro, un'alta croce in acciaio sormontata da una corona, simbolo di Cristo. Letizia Gianni (a cura di). Polonia: Varsavia, Lublino, Cracovia, Breslavia, Toruń, Danzica, i monti Tatra e la Masuria. Guide d’Europa. Edizione 2005. Touring Club Italiano, p. 114.
Sopra: Arka Pana (Arca del Signore, a Nowa Huta, Cracovia, Polonia. Esterno.
Sopra: Il “Santo subito” Karol Wojtyla, mentre veniva eretta tanta somma orripilanza. Sotto e alla pagina seguente: Il monumento che i conciliari hanno eretto a Wojtyla, facendo facile leva sul nazionalismo polacco.
Sopra: Le campane poste all’esterno della chiesa della Madre dì Dio, Regina della Polonia.
Sopra: La croce con la corona di Cristo. Sotto: Interno di Arka Pana, talmente orribile da far spavento. Tutta il futuro G.P. II.
Sopra, a sinistra: Il crocifisso deforme di 8 metri di Bronislaw Chromy. Sopra, a destra: Pietà raffigurante la terra polacca, con una sorta di idolo ancestrale pagano retrostante, che dovrebbe somigliare a Dio Padre o, forse, alla Madonna.
Sotto: Organo e confessionali dentro la “chiesa”, che sembrano piuttosto chioschi o cabine da spiaggia.
Sopra: La zona presbiteriale con l’altare (!) e il tabernacolo (sic!). Sotto e alla pagina seguente: Il tabernacolo da film dell’orrore, contenente la pietra lunare, omaggio wojtyliano al Cristo cosmico e immanentista di Teilhard de Chardin.